I Pensieri di Marco Aurelio
Scritto da: Shadi Almaradi
Tratto da: I Pensieri di Marco Aurelio
Indice
Il libro in una frase
Pensieri di Marco Aurelio è una raccolta di 12 libri scritti dall’imperatore romano, che introduce la filosofia stoica, il pensiero critico e l’autodisciplina.
Introduzione - Marco Aurelio
Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell’imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale.
Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 a Fino al 169 mantenne l’eredini dell’impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo.
Il libro - "Pensieri di Marco Aurelio"
Possiamo considerarlo una raccolta di “Pensieri” dell’imperatore romano e filosofo stoico, ma anche una sorta di “Colloquio con sé stesso”, ossia un diario personale scritto da Marco Aurelio prima di tutto per se stesso. Ed infatti, la traduzione del titolo che ci è stato tramandato dall’antichità è proprio “A sé stesso” (dal greco antico Τὰ εἰς ἑαυτόν). Possiamo anche guardare alle “Meditazioni” di Marco Aurelio come un libro di filosofia che racchiude molti degli insegnamenti dello stoicismo. O ancora, possiamo considerare i “Colloqui con sé stesso” di Marco Aurelio come un libro di crescita personale a tutti gli effetti: una sorta di manuale di vita che dopo circa 2 millenni rimane ancora di grande attualità.

4 lezioni dal libro
1. Diventa il genitore di te stesso per vivere una buona vita disciplinata
Proprio come tutti noi, anche Marco Aurelio aveva una voce nella testa che lo spingeva ad essere pigro e non controllare i suoi vizi. L’imperatore romano, considerava se stesso quindi quel genitore che doveva tenere a bada i suoi istinti, disciplinarsi e istruirsi.
In alcune parte del libro infatti, Marco Aurelio parla a se stesso, rimproverando la sua pigrizia e ricordandosi di essere disciplinato. Ad esempio, a un certo punto parla di cosa fare se non ci si vuole alzare dal letto la mattina.
Il suo adulto interiore sta castigando l’altra parte di sé che vuole solo dormire. Si può quasi sentire il giudizio nella sua voce. E poi questa voce continua spiegando che ogni creatura vivente ha uno scopo per cui è nata. Allo stesso modo, un essere umano non è nato per stare a letto, ma per alzarsi ed essere utile agli altri esseri umani.
Tutti noi abbiamo molteplici motivazioni contrastanti dentro di noi. Vogliamo andare in palestra, ma vogliamo mangiare ciambelle. Vogliamo ottenere un dottorato di ricerca, ma vogliamo anche raggiungere il livello 50 nel nuovo videogioco. In queste situazioni, una di queste motivazioni alla fine avrà la meglio. È proprio come un genitore che dice al proprio figlio che NO, non può avere il gelato ad ogni pasto perché alla fine i suoi denti marciranno, Marco Aurelio rimprovera se stesso per continuare a percorrere la retta via.
2. Smettere di preoccuparsi di ciò che pensa la gente
Essendo un imperatore, Marco Aurelio ha affrontato molta più pressione sociale di quanto la maggior parte di noi farà mai. Per metterlo in prospettiva, molte persone molto potenti lo volevano umiliato pubblicamente o morto.
Marco Aurelio pensava spesso alla morte per raggiungere una maggiore stabilità emotiva. Ricordava sempre a se stesso che un giorno sarebbe morto, e che anche tutti quelli che lo conoscevano sarebbero morti. Spesso ricordava a se stesso questo fatto con un linguaggio molto visivo: dicendo che presto sarebbe stato ossa o cenere. Trovava che questa fosse la migliore cura per preoccuparsi di ciò che la gente pensava di lui.
3. Interpreta ciò che ti succede come qualcosa di positivo, sempre.
Marco Aurelio ha capito che ognuno di noi ha un enorme potere nello scegliere come interpretare tutto ciò che ci accade. Quando ci succede qualcosa di brutto, possiamo scegliere di non sentirci una vittima. Per esempio, se qualcuno dice delle parole scortesi o offensive nei tuoi confronti, puoi scegliere di non lasciare che quelle parole ti feriscano. Puoi scegliere di interpretare ciò che ti succede non solo come innocuo, ma benefico in qualche modo.
E questa capacità di scegliere il significato di ciò che ci accade è l’ultimo potere che gli esseri umani hanno, l’ultimo scudo tra il mondo esterno e la nostra anima più intima.
4. Credere che tutto accade per una ragione superiore per resistere alle catastrofi della vita
Marco Aurelio era un grande credente nella Provvidenza. Questo significa che credeva che Dio o la natura o qualche potere superiore ci fornisse sempre protezione e cura. Credere nella Provvidenza aiutava Marco ad accettare quando le cose brutte accadevano, perché le vedeva come una parte inevitabile del suo destino e accadevano per qualche motivo superiore sconosciuto.
Credeva che anche gli eventi molto brutti accadono sempre per il nostro beneficio, e dovremmo accettarli senza interrogare Dio sul perché accadono. È come ingoiare una medicina di cattivo gusto dal dottore. Potresti non vedere il beneficio ora, ma NON sei più intelligente della natura. La natura è abbastanza intelligente da assegnare certe lezioni dolorose agli individui, per il bene della comunità nel suo insieme. Spero che questo abbia senso. Questo è il suo processo di pensiero.
Questo modo di pensare aiuta anche ad accettare tutto ciò che accade e a fluire con esso, piuttosto che resistere. Questa è una grande parte della filosofia stoica.
Riassunto Capitolo 1: Libro I
Nel libro I, Aurelio ringrazia coloro a cui è debitore. Ringrazia suo nonno per avergli insegnato ad essere sincero, modesto e di buon carattere; suo padre per avergli insegnato ad essere umile, calmo e frugale; sua madre per avergli insegnato ad essere generoso e non materialista; e i suoi insegnanti che gli hanno insegnato il valore del duro lavoro, dell’autodisciplina, dell’equanimità, della razionalità, dell’umorismo e della tolleranza. Dai suoi maestri imparò anche ad amare la filosofia pratica, anziché la metafisica, la logica e la vanità dei sofisti.
Citazioni - Libro I
“Da Massimo: il dominio di se stessi e la più assoluta fermezza; la serenità in tutte le circostanze, ma specialmente nelle malattie; la moderazione del carattere, dolce e insieme dignitoso; la prontezza a compiere ogni volta il proprio dovere senza lamentarsi…., il non essere mai irresoluto né sfiduciato né abbattuto né pronto a passare da una gran risata alla collera o al La propensione alla generosità, al perdono, alla franchezza…
Libro I, 15
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Capitolo 2: Libro II
Il secondo libro, Aurelio ci ricorda che ogni giorno incontreremo delle persone terribili. Ma abbiamo anche dei difetti, quindi non dovremmo arrabbiarci con loro. Perché siamo tutti solo frammenti di sangue, ossa e respiro; la nostra vita è fugace; i nostri corpi decadranno. Quanto alla morte, non c’è niente da temere; non può farci del male. Ma la cosa più importante in noi sono le nostre menti. Non dovremmo lasciare che siano schiavi di passioni egoistiche, litighino con il destino, o siano ansiosi per il presente o timorosi del futuro. Non possiamo garantire fama o fortuna, ma possiamo mantenere le nostre menti calme e libere da ferite, uno stato superiore sia al piacere che al dolore. La libertà è il controllo delle nostre menti.
Citazioni - Libro II
“Quand’anche tu vivessi tremila anni, e altrettante decine di migliaia d’anni, tieni comunque a mente che nessuno perde altra vita se non quella che sta vivendo, né vive altra vita se non quella che sta perdendo. Giungono quindi allo stesso punto sia la vita più lunga sia la più breve, giacché il presente è uguale per tutti, quindi anche ciò che di continuo perisce è uguale, e ciò che si perde non è che un istante. Nessuno infatti perderà mai né il passato né il futuro, perché ciò che non si ha, chi mai potrebbe togliercelo?”
Libro II, 14
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Capitolo 3: Libro III

Nel libro terzo, Aurelio ci dice di essere consapevoli delle piccole cose come le crepe nel pane, la consistenza dei fichi e delle olive e le espressioni degli animali selvatici: anche le cose mondane hanno fascino, dice. Ma non dovremmo spettegolare o speculare su ciò che gli altri dicono o fanno. Invece, pensa e parla solo di cose di cui non ti vergogneresti se venissero scoperte. Pensa e parla con sincerità e allegria, e dentro di te ci sarà una specie di divinità. Non c’è niente di più prezioso di una mente che persegue la verità, la giustizia, la temperanza, la fortezza, la razionalità e simili. Quindi sii risoluto nella ricerca del bene.
Citazioni - Libro III
“Non consumare quello che ti resta da vivere pensando ai fatti altrui, a meno che tu non lo faccia qualche scopo di pubblico interesse, perché ti privi di qualche altra attività stando immaginare che cosa stia facendo il tale e per quale motivo, e che cosa dica e abbia in mente, e che cosa stia architettando, e tutte le altre cose di questo genere che ti distolgono dalla cura del tuo principio direttivo.”
Libro III, 4
“Niente può infatti innalzare tanto la mente quanto l’essere in grado di provare, con metodo e verità, ogni cosa che si presenti nella vita, e l’osservarla sempre in modo tale da comprendere a quale ordine e quale utilità presenti…”
Libro III, 11
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Capitolo 4: Libro IV
Nel libro terzo, Aurelio ci dice di essere consapevoli delle piccole cose come le crepe nel pane, la consistenza dei fichi e delle olive e le espressioni degli animali selvatici: anche le cose mondane hanno fascino, dice. Ma non dovremmo spettegolare o speculare su ciò che gli altri dicono o fanno. Invece, pensa e parla solo di cose di cui non ti vergogneresti se venissero scoperte. Pensa e parla con sincerità e allegria, e dentro di te ci sarà una specie di divinità. Non c’è niente di più prezioso di una mente che persegue la verità, la giustizia, la temperanza, la fortezza, la razionalità e simili. Quindi sii risoluto nella ricerca del bene.
In questo capitolo, Marco Aurelio ci dice che possiamo sempre trovare la solitudine nella nostra mente. Se le nostre menti sono serene, troveremo pace e felicità. Per quanto riguarda il modo in cui gli altri ci vedono, abbiamo poco controllo su questo. Ma la virtù è pur sempre virtù anche se non riconosciuta. Ricorda, le nostre vite sono effimere, un giorno viviamo, il giorno dopo siamo morti. Quindi agisci in modo virtuoso, usa bene il tuo tempo e sii allegro. Allora, quando cadrai dall’albero della vita, cadrai come un frutto maturo.
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Citazioni - Libro IV
“Alcuni vanno alla ricerca di luoghi in cui ritirarsi, in campagna, al mare o sui monti, e anche tu hai l’abitudine di desiderare ardentemente tutto questo. Però è quanto mai sciocco, dato che puoi, in qualunque momento tu lo voglia, ritirarti in te stesso. Perché in nessun luogo più tranquillo e calmo della propria anima ci si può ritirare; soprattutto se si hanno dentro di sé principi tali, che, al solo contemplarli, si acquista una perfetta serenità. E per serenità non intendo altro che ordine interiore. Concediti quindi costantemente questo ritiro e in esso rinnovati.”
Libro IV, 3
“ Quanto tempo libero guadagna chi non sta a guardare che cosa il suo vicino abbia detto o fatto O pensato, ma si occupa solo delle proprie azioni, perché possano essere giuste e sante, o in armonia con la con- dotta di chi è buono’. Non badare a un cattivo carattere, ma corri dritto al traguardo senza distrarti.”
Libro IV, 18
“ ..Ti è capitato qualcosa? Bene; fin dall’inizio tutto ciò che ti capita era stato predestinato e intessuto nella trama della tua vita dalla natura universale.”
Libro IV, 26
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Capitolo 5: Libro V
Nel quinto capitolo, Marco Aurelio dice che dovremmo alzarci ogni mattina e fare un buon lavoro. Dovremmo agire in modo naturale e contribuire alla società, senza preoccuparci del rimprovero degli altri. E non chiedere o aspettarti pagamenti o gratitudine per aver fatto buone azioni. Siate invece soddisfatti di essere come una vite che porta buoni frutti. La virtù è la sua stessa ricompensa.
Citazioni - Libro V
“ Quando sei riluttante ad alzarti, al mattino, pensa subito: «E per adempiere il mio dovere di uomo che mi alzo. Perché lamentarmi, allora, se mi avvio a compiere per cui vivo e grazie a cui sono al mondo? O sono stato creato per starmene al caldo fra le coperte?». «Ma è più bello.» «Allora sei al mondo per godertela? Per provar sensazioni, insomma, non per agire? “
Libro V, 1
“ Giudicati degno di qualsiasi parola o azione seconđo natura, e non farti impressionare dal biasimo che può seguirne o dalle chiacchiere di taluni: se ciò che devi dire o fare è giusto, non ritenertene indegno. Quelli hanno certo un loro proprio principio che li guida e obbedisco- no a un loro impulso; tu non farci caso, ma tira dritto la tua strada, seguendo la tua natura individuale e quella universale, giacché di entrambe unica è la via.”
Libro V, 3
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